Fin dove arriva la luce by Sabrina Imbler

Fin dove arriva la luce by Sabrina Imbler

autore:Sabrina Imbler [Imbler, Sabrina]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Codice Edizioni
pubblicato: 2023-11-12T23:00:00+00:00


Un anno dopo aver letto il forte messaggio di Chanel Miller sulla violenza da lei subita, mentre stavo per la prima volta lavorando da giornalista, ho ricevuto un’e-mail con allegate foto delle schermate tratte dal “Shitty Media Men”, un lungo elenco compilato da Moira Donegan grazie a un appello in rete. Nell’elenco comparivano i nomi di uomini che, presumibilmente, avevano molestato o violentato qualcuno. Ho scorso la lista e ho trovato il nome di un uomo che aveva lavorato per la mia stessa azienda, spesso collaborando con il mio gruppo: era accusato di palpeggiamenti indesiderati. Le dure consonanti del suo cognome mi continuavano a girare in testa mentre viaggiavo con gli altri pendolari e riflettevo sul suo invidiabile lavoro. Qualche volta lo vedevo alla mensa o stavo dietro di lui in ascensore. Qualche anno dopo, mi hanno invitato a parlare in un incontro organizzato da lui e ho preferito rifiutare.

A quel tempo, con altre persone andavo tutti i fine settimana in un minuscolo club di Bushwick che aveva il pavimento a scacchi e tre bagni caotici. Arrivavamo sempre molto presto, prima che chiedessero di pagare all’ingresso, e spesso eravamo i primi corpi a muoversi sulla pista da ballo. Il fumo che usciva dalla postazione del dj era denso ma non abbastanza da impedire di leggere il messaggio scritto sulla parete di fondo con tempera bianca: «Se tocchi una donna contro la sua volontà in questo locale, ti rovineremo letteralmente la vita». Anche quando il club si riempiva e iniziavamo a sudare, potevamo scorgere le lettere bianche tra le teste ondeggianti. Quando spuntava l’alba e la folla si disperdeva, la scritta tornava a fuoco. Ogni notte resisteva e la volta seguente la ritrovavamo dov’era.

La sera in cui ho incontrato la mia prima ragazza, abbiamo passato quasi tre ore a parlare nella mia stanza: io sul bordo del letto, lei sul divano gonfiabile. Per il nervosismo le parole rotolavano fuori dalla mia bocca come biglie. Dovevano essere incomprensibili, dando l’idea che il mio eccesso di confidenza fosse un modo per provarci. Mi ha meravigliato lo spazio che mi ha lasciato, quanto stesse ad ascoltarmi. In un momento di silenzio, mi ha chiesto se potesse sedersi sul letto e ho risposto: «Sì». Mi ha chiesto se potesse toccarmi la coscia e ho risposto: «Sì», guardando le sue dita che passavano oltre il mio ginocchio. Mi ha chiesto se potesse baciarmi: «Sì». Mi ha chiesto se potesse togliermi la camicia. «Sì» mi è subito uscito e, incapace di trattenermi, ho riso. Mi ha chiesto allora perché stessi ridendo, ho risposto che nessuno mi aveva mai chiesto quelle cose prima. Ricordo che ho trovato quasi assurda la sua attenzione. Ovviamente volevo che mi baciasse, che mi togliesse la camicia, volevo scopare. Dopo un po’, com’è logico, la nostra storia è finita. È stata una fine protratta e confusa, ho continuato a pensare a questa persona per un tempo tanto lungo da risultare mortificante, come se fosse stato il grande amore della mia vita. Quel ricordo però è ancora chiaro come il sole, quella dolce negoziazione.



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